Nel panorama videoludico italiano non si è mai affermata una vera e propria tradizione horror: il caso è abbastanza curioso, soprattutto alla luce degli illustri esempi provenienti dal cinema, dove il made in Italy ha raggiunto picchi di fama mondiale: basterà citare registi come Dario Argento con Profondo Rosso (1975) e Suspiria (1977), oppure altri capisaldi del genere come La casa delle finestre che ridono (P. Avati, 1976) o Reazione a catena (M. Bava, 1971).
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