Avviato nel febbraio 2018, PAC-PAC (Point-And-Click per il Patrimonio Ambientale e Culturale) è un progetto di ricerca e trasferimento tecnologico, finanziato da Sardegna Ricerche, che mira a promuovere il territorio sardo attraverso videogiochi e fiction interattive.
Durante la nostra recente visita a Cagliari abbiamo avuto modo di seguire da vicino lo sviluppo dei lavori, supervisionati dal responsabile scientifico Ivan Blečić, e di assistere a una presentazione che ha permesso al pubblico di addentrarsi ancor più all’interno di PAC-PAC, che vede coinvolti il Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale e Architettura, il Dipartimento di Matematica e Informatica, e il Dipartimento di Pedagogia, Psicologia, Filosofia dell’Università di Cagliari. Se è vero che la finalità del progetto è valorizzare il patrimonio sardo – e da questo punto di vista all’isola non mancano certo storie e spunti affascinanti – a emergere sono tuttavia le modalità e i modelli di riferimento.
Indietro nel tempo
Facciamo un salto indietro nel tempo, al 1993. In quell’anno approdava nei negozi Myst, avventura grafica concepita dai fratelli Miller e destinata a diventare un vero e proprio classico del genere punta e clicca. Il giocatore esplorava mondi immaginari, custoditi all’interno di libri che diventavano portali verso realtà sintetiche e dense di enigmi. Myst non era un gioco facile, ma incantava per la sua capacità di immergere l’utente all’interno di contesti di indubbia bellezza. Le sue schermate statiche, percorse in prima persona, si animavano talvolta grazie a inserti e raccordi filmati: la comparsa dei CD-ROM aveva offerto nuove possibilità agli sviluppatori. Myst ha ricevuto ben cinque sequel, l’ultimo dei quali nel 2005.
PAC-PAC attinge a piene mani da questo grande classico, ne reinterpreta l’influenza e ne esplora le opportunità. Al posto di mondi immaginari, decide di puntare su scenari reali, sulla ricchezza del territorio sardo, con immagini e riprese video dei luoghi. L’esperienza che così si vuole creare si avvicina a qualcosa che potremmo chiamare “first-person interactive cinema” – cinema interattivo in prima persona. Ancor prima che essere gioco ed esperienza immersiva, tuttavia, PAC-PAC ambisce a diventare una vera e propria piattaforma tramite cui chiunque, in futuro, potrà realizzare nuovi giochi.
Tra cinema e videogioco
PAC-PAC si pone per certi versi a metà strada tra esperienza filmica e videogioco. Non è un caso che il team di lavoro comprenda un reparto cinema e un reparto game design. Si parla di cinema perché, nonostante la possibilità di utilizzare fotografie e immagini statiche, sono i video 360 il vero cuore del progetto. Video alla portata, se non di tutti, quantomeno di molti. Video che potranno essere facilmente montati, attraverso la piattaforma in costruzione, e modificati con transizioni e inserti interattivi. Immaginate di camminare tra i viottoli del Castello di Cagliari: vi potete voltare e osservare la pioggia che cade, perché di filmato si tratta. Potete anche cliccare su quella porta, che tramite un’animazione, anch’essa filmata, si aprirà per condurvi all’interno di un nuovo scenario 360. Le opzioni sono numerose e costruite su misura per venire incontro alle differenti abilità di chi utilizzerà lo strumento. Si potranno inserire personaggi in sovrimpressione, effetti grafici e così via. Starà poi al game designer costruire la struttura ludica a partire dalla materia prima: il team di PAC-PAC sta mettendo a punto alcune opere concepite ad hoc per mostrare le caratteristiche della piattaforma, ma è chiaro che il vero obiettivo sia quello di dotare gli utenti, e le numerose imprese partner del progetto, di uno strumento duttile, adatto sia alle esigenze tipiche di un amatore, sia a quelle più turistiche o promozionali di un’impresa.
Da Cala Domestica a Montevecchio
Il primo gioco mostrato durante l’evento di Cagliari metterà al centro dalla narrazione l’eredità mineraria sarda. A partire dalla baia di Cala Domestica, nel Sulcis, il giocatore verrà condotto nel sito di Porto Flavia, che veniva in passato utilizzato per caricare sulle navi il materiale estratto dalle vicine miniere. La narrazione si sposterà quindi a Carbonia e a Monteponi. Gli sceneggiatori/game designer stanno esplorando la possibilità di una struttura narrativa suddivisa in episodi, che consenta di estendere il gioco e la storia ad altri luoghi, per esempio Tratalias, per poi giungere a Montevecchio, un microcosmo di archeologia industriale riconosciuto patrimonio dell’umanità da parte dell’UNESCO. Montevecchio, con il palazzo della direzione ancora visitabile, gli alloggi dei minatori e le officine di estrazione, offre il ritratto di un’epoca lontana, così importante per la Sardegna sud-occidentale.
Lavori in corso
La piattaforma dovrebbe essere disponibile a partire dalla fine del 2019, ma verrà sicuramente perfezionata anche successivamente. Il team sta lavorando inoltre a un ulteriore elemento: offrire agli utenti la possibilità di condividere (e far giocare) le proprie opere all’interno di un portale comune, una sorta di vetrina di quanto realizzato attraverso PAC-PAC. Qualcosa che i videogiocatori avevano già potuto sperimentare con il celebre The Movies di Peter Molyneux. In quel caso si trattava di machinima, filmati realizzati col motore grafico del gioco e con attori digitali. In questo caso la protagonista sarà la Sardegna, il motore grafico la realtà.
[I video presenti nell’articolo sono proof of concept dimostrativi. Altri video disponibili: Villa, Chroma Key, Timelapse]