TOWERandPOWER, la realtà (virtuale) della Bologna medievale

La Bologna del XIII secolo prende forma attraverso la realtà virtuale. TOWERandPOWER è una macchina del tempo che conduce l’utente, in prima persona, tra i portici e le torri della Bologna medievale. Un’opera nata dalla doppia passione per la storia e per il gioco dei suoi autori: Massimo Sinigaglia e Silvia Tugnoli. Allo sviluppo, cui hanno preso parte anche i bolognesi di Studio Evil, hanno contribuito storici ed architetti. Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con gli autori.

TOWERandPOWER

 

Da cosa nasce l’idea di una Bologna medievale 3D?

 

La nostra esperienza di formatori e consulenti ci ha portato negli anni passati a realizzare per una grande banca cliente un edu-game sul viaggio di Marco Polo, che ha riscosso un certo successo, quindi pensavamo di replicarne l’esperienza con un browser game sulla vita nel medioevo delle famiglie magnatizie bolognesi, che avesse la caratteristica di basarsi su una mappa iper-realistica in 3D. Quando il gioco è stato rapidamente accantonato per evidenti problemi di budget è invece rimasta, con una dignità a se stante, proprio la mappa, che è stata via via ampliata e migliorata con nuove funzionalità mano a mano che materiali nuovi si rendevano disponibili.

 

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In che modo vi siete approcciati all’indagine storica? Quanto tempo è durata rispetto alla ricostruzione grafica?

 

L’indagine storica è stato il primo fondamentale step a sostegno dell’attendibilità come vocazione della nostra ricostruzione, pensata fin dall’inizio per una collocazione museale. Oltre alla ricerca sui personaggi dell’epoca (purtroppo non utilizzata), ci siamo concentrati su tutte le mappe disponibili da autori passati per definire un reticolo stradale credibile. Abbiamo poi recuperato tutte le illustrazioni e descrizioni testuali di dettagli architettonici per case e torri. Queste ultime hanno avuto i maggiori problemi interpretativi sulla loro esatta ubicazione e soprattutto sulle relative altezze (quando non reperibili direttamente dalle fonti sono state ipotizzate realisticamente in base allo spessore delle mura). È risultata indispensabile la supervisione attenta, minuziosa e periodica dell’architetto e storico dell’arte Carlo De Angelis, una vera autorità in materia a Bologna.

 

La ricerca sulle fonti nelle varie biblioteche, a opera di due persone, è durata approssimativamente due-tre mesi, con successive occasioni di approfondimento, mentre la ricostruzione grafica con appositi programmi (SketchUp e Blender) ci ha portato via non meno di uno-due mesi (anche qui con riprogettazioni successive). La maggior parte del tempo è stata dedicata alla collocazione manuale delle circa mille case, inserite singolarmente con i giusti orientamenti e le dimensioni per dare continuità ai vari quartieri. A questo proposito diventa difficile quantificare lo sforzo: probabilmente almeno il doppio rispetto alla ricerca storica se si tiene presente che l’intervento manuale è stato utilizzato anche per gli innumerevoli oggetti di arredo urbano (alberi, carretti, bancarelle con relative merci, tavoli/sedie etc.). Il lavoro complessivo è stato di circa due anni.

 

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Quand’è che avete pensato di trasformare il vostro modello in un’esperienza in VR?

 

Dalla primavera 2016, quando dopo la commercializzazione del visore HTC Vive abbiamo capito che si trattava dell’occasione migliore per rivitalizzare e rendere appetibile la nostra ricostruzione in 3D. Ricostruzione che per ora ha scarsissimi precedenti storici, inesistenti (a quanto ci risulta) per l’ambito medievale.

 

TOWERandPOWER si basa su tecnologie legate al mondo dei videogiochi (il motore grafico Unity e il visore di HTC) ma non è esattamente un prodotto videoludico. Come collocate la vostra creatura?

 

Ci teniamo sempre a precisare che non si tratta di un videogioco, ambito in cui l’azione è sempre dominante rispetto allo scenario. Nel nostro caso è esattamente l’inverso. Potremmo collocare TOWERandPOWER nell’ambito dell’infotainment (information+entertainment), ovvero uno strumento per attrarre il grande pubblico verso la storia evitando modalità solo testuali; facendo invece “toccare con mano” ambienti fedelmente ricostruiti a supporto della divulgazione da parte degli storici. A tal proposito, il ruolo dello storico non viene sminuito, ma al contrario valorizzato come elemento di “certificazione”. Questo può valere non solo per ricostruzioni di un passato che non c’è più, ma anche per il patrimonio ancora tangibile ma impossibile da esporre al pubblico per motivi di conservazione.

 

TOWERandPOWER

 

Quali sono le prospettive per TOWERandPOWER, vorreste che fosse accolto in un museo o, perché no, che diventasse un videogioco vero e proprio?

 

Come si diceva prima, la vocazione di TOWERandPOWER è essenzialmente museale. In tale sede potrebbe essere eventualmente integrato sia da ulteriori informazioni e funzioni da inserire all’interno attraverso personaggi parlanti, sia da elementi di gaming, sotto forma di orienteering tra le vie cittadine, cacce al tesoro o altre modalità appetibili a un pubblico variegato.
L’obiettivo principale è quindi dare una casa a TOWERandPOWER, avendo già da tempo escluso che la nostra mappa 3D possa essere l’ambiente per un videogioco vero e proprio, a meno di investimenti non certo sostenibili con le nostre sole forze. Nel caso in cui i musei bolognesi non fossero sensibili a questa tipologia di opere, potremmo proporre serate di approfondimento per la visione del nostro progetto in circoli, associazioni e punti di ritrovo, così da allargare la platea degli interessati.

 

Intervista a cura di Matteo Cutrì